venerdì 15 aprile 2011

Distretto Solidale - RI.D.E.S

Promozione del Distretto di Economia Solidale Riminese (RI.D.E.S.)

 

Uno degli aspetti fondanti che caratterizzano la Lista Fare Comune è il rifiuto di un sistema di valori improntato, direttamente o indirettamente, sul mito della crescita. Questa teoria economica che ancora oggi costituisce il sottofondo comune delle ideologie politiche moderne, sia di destra che di sinistra è connessa all'idea di uno sviluppo illimitato che ha prodotto parole d'ordine come: massimizzazione della produzione, dei consumi, delle rendite.

La visione di un mondo da sfruttare e piegare ai propri fini, in una prospettiva di crescita illimitata, produce effetti concreti anche sui comportameni individuali, con conseguenze disastrose sugli equilibri ecologici. L'attuale modello di sviluppo, fondato sugli incentivi ai consumi come principale leva dell'economia, negli ultimi decenni ha prodotto un aumento del tempo di lavoro, del precariato e dello stress e, insieme, ha via via eroso il nostro tempo libero, il tempo delle relazioni, il tempo per noi stessi e per le cose che ci sono più care.

La lista fare comune intende promuovere uno spazio economico e sociale cittadino alternativo a quello attualmente in auge, proponendo la creazione a Rimini del Distretto di Economia Solidale così come chiesto dai Gruppi di acquisto locali e da varie aggregazioni sociali. Esso presuppone che i valori dell'economia solidale orientino le attività del territorio e influiscano sulle politiche pubbliche guidandole verso scelte basate su  nuovi indicatori di benessere: qualità territoriale e ambientale, qualità dei consumi e degli stili di vita; solidarietà e inclusione sociale, identità e integrazione multiculturale, partecipazione, ecc.

Si tratta, anche nella nostra città, di rivedere i processi di produzione di beni e servizi a partire dalle caratteristiche dei consumi della nostra comunità (come singoli e come organizzazioni) con una tensione a rendere gradualmente "solidali" intere filiere di produzione. Con la nascita del RI.D.E.S. si possono immaginare sinergie che si attivano dall'importante patrimonio di idee, persone, tecnologie e risorse economiche che già ora la comunità riminese è in grado di esprimere.

L'attivazione di filiere locali (Km 0) basate sui principi dell'economia solidale deve indirizzare le politiche pubbliche verso una nuova concezione dello sviluppo, attraverso la promozione di forme di azionariato sociale e di gestione partecipata del patrimonio ambientale e dei servizi, la costruzione di reti di microcredito legate a progetti locali, la promozione e il sostegno dell'agricoltura di qualità come attività capace di produrre cibo locale e beni collettivi; forme di produzione atte sia alla manutenzione e costruzione del paesaggio sia alla valorizzazione e conservazione della biodiversità; presidio del territorio, ecc.

Il distretto di economia solidale rappresentano, dunque, una forma di organizzazione territoriale (uno spazio pubblico non istituzionale), capace di attivare un processo politico e culturale che mette in discussione il ruolo trainante degli "attori forti", orienta gli investimenti e le politiche verso progetti di sostenibilità e dimostra che i tradizionali parametri di misurazione della ricchezza possono essere concretamente superati e  sostituiti con criteri più appropriati, basati sulla valorizzazione del patrimonio locale. Dal benessere genericamente inteso al vivere bene.


giovanni grandi - Fare Comune


A Rimini, avanti con efficienza e risparmio energetico. Il dibattito politico sulle fonti energetiche è una fregatura.


Tutti gli indicatori economici internazionali danno il prezzo del petrolio a 120 dollari al barile.  Sono livelli che non si vedevano dai primi mesi del 2008, prima della crisi economica che ha colpito il mondo intero. L'Iran, il secondo esportatore mondiale, ha dichiarato, per bocca del suo presidente Mahmoud Ahmadinejad, sull'onda dell'entusiasmo, che il prezzo attuale del petrolio è ancora "troppo basso" e che entro breve "supererà i 150 dollari al barile. Il ricorso all'Uranio è una delle soluzioni che i governi, in primis l'Italia, stanno mettendo in campo quasi incuranti dei disastri (Fukushima - Giappone) che proprio la fonte nucleare, peraltro esauribile anch'essa, provoca alla salute e alla sicurezza dei paesi che la adottano. Altra via percorribile, secondo i falchi, è quella di accendere nuovi focolai di guerra per accaparrarsi gli ultimi giacimenti dell'oro nero ma, anche in questo caso, il costo di vite umane ed economiche sarebbe altissimo e inaccettabile a noi comuni "cittadini pensanti", se non fosse, che la storia ha sempre mostrato il contrario, vedi le guerre nel Golfo. A Rimini, nel confronto politico cittadino, è sconcertante come il dibattito si concentri pressoché esclusivamente sul fatto che sia meglio utilizzare il nucleare e le fonti fossili o le energie rinnovabili. In mezzo a tutto questo c'è un mare di cose da migliorare che non viene mai navigato, è il mare degli sprechi e dell'ineficienza energetica. Chi parla solo di fonti energetiche, quant'anche si riferisse alle rinnovabili, deve chiarire ai cittadini che la prospettiva che abbiamo di fronte, non può essere quella di un consumo di energia che cresce all'infinito, perché, anche in questo caso pur nascondendosi dietro ad una "foglia di fico", magari riempiendosi la bocca di fotovoltaico, giustificherebbe comunque il bisogno di fonti fossili e nucleare, almeno fino al loro esaurimento. Chi parla di fonti quasi sempre parte dal presupposto che il consumo energetico crescerà all'infinito e un consumo che cresce indiscriminatamente non fa che legittimare il ricorso alle fonti fossili. Fa più scalpore un parcheggio ombreggiato a fotovoltaico, che cresce, di una foresta di pioppi o aceri che cade (mio nonno diceva che quando muore un pioppo si vive un anno in meno), vedi il nuovo parcheggio di Fiabilandia, di certo è molto più riconoscibile (nel bene e nel male) di un'opera di ristrutturazione energetica degli edifici o di un percorso di educazione ai risparmi.  Ciò accade, pur sapendo che da punto di vista dell'efficienza energetica Rimini è un colabrodo. Una casa a Rimini consuma almeno dieci volte in più di una eguale costruita a Bolzano.  Faccio notare che in città il 90% delle abitazioni di vecchia e nuova edificazione sono scatole energivore. Nelle nostre strutture fatte con i piedi anche i comportamenti e le scelte spesso sono consequenziali, gli infissi sono preistorici, i vetri sono singoli, le finestre aperte e i termosifoni regolarmente accesi, spifferi ovunque, nessuna coibentazione, nessun intervento di riduzione dei consumi idrici, termici ed elettrici, nessun sistema di monitoraggio, computer accesi giorno e notte negli uffici e nelle abitazioni, stufette elettriche in aggiunta al riscaldamento a casa e in ufficio, luci accese anche la notte, faretti alogeni, caldaie inefficienti, tubi di distribuzione non isolati termicamente, insomma nessuna forma di educazione al risparmio degli utenti e l'elenco potrebbe andare avanti all'infinito. I politici riminesi e non solo loro, ci hanno insegnato a forza di ripeterlo, che sono senza soldi e per questo costretti a cementificare il territorio per avere delle entrate. Se non fosse che a Rimini da oltre trent'anni si costruiscono case che, nella media italiana, consumano per il riscaldamento 180/200 Kw/h e più al metro quadro annuo quando con alcuni accorgimenti ad esempio una buona coibentazione e una accurata scelta dell'esposizione solare potrebbero consumare almeno 5 volte meno. Per non parlare delle Case Passive che praticamente sono senza riscaldamento e consumano dieci o anche quindici volte meno di quelle tradizionali mantenendo una temperatura interna invernale superiore a quella delle attuali case riminesi costruite in maniera esclusivamente speculativa. E che dire dei consumi elettrici da condizionamento continuamente in ascesa che sono anch'essi conseguenza di una mancata coibentazione. Per non parlare degli scaldabagni elettrici che sono ancora diffusissimi negli appartamenti, quelli in locazione poi li hanno quasi in automatico, affittati magari agli studenti che si vedono oltre al fitto, spesso pagato a nero, pure una bolletta vampiro.

In un mondo dalle risorse finite va utilizzata meno energia possibile intraprendendo un'opera certosina di riduzione degli sprechi e dedicando un assoluta attenzione alla conservazione delle risorse per i nostri figli.

Sappiamo ormai con certezza che il modello economico basato sul petrolio è in crisi e che la  soluzione del nucleare è una minaccia per il modo intero, mentre sul fronte del risparmio e dell'efficienza energetiche è ancora tutto o quasi da realizzare partendo da percorsi di educazione alle famiglie, alle piccole e medie imprese, negli enti pubblici, nelle scuole, nelle industrie e negli ospedali, la parte vecchia dell'ospedale di Rimini, a occhio, deve avere costi da infarto, l'ala nuova speriamo sia stata progettata in modo più efficiente.

Le rinnovabili rappresentano certamente l'alternativa se sono inserite in un contesto dove il primo passo è la drastica riduzione dei consumi e poi, la un loro utilizzo in un quadro di tecnologie appropriate ed efficienti. Efficienza e risparmio, questa è la direzione  e "benedetta Rimini città del mare e del sole".           

 

 

Giovanni Grandi - Fare Comune

 

 

 

 



--
giovanni grandi





--
giovanni grandi


giovedì 17 marzo 2011

cena di finanziamento per sostegno alla campagna di Fabio Pazzaglia

ciao a tutti
Domenica 20 marzo, a partire dalle 19,30, ci incontriamo presso l'Osteria Harissa per una cena di finanziamento. Special guest della serata il nostro candidato Sindaco Fabio Pazzaglia!
La serata, oltre che un momento per raccogliere soldi che serviranno per la campagna elettorale, sarà un'occasione per conoscersi meglio e per discutere insieme il programma. A breve, infatti, faremo la prima conferenza stampa della Lista Fare Comune e sarebbe bello che i 5 punti programmatici fossero condivisi da tutti i candidati e sostenitori del nostro gruppo.
La cena costa 25,00 €, consiste in un cous cous con verdure, salsicce con fagioli neri equi, pasticcio di verza, acqua rigorosamente dell'acquedotto e vino sangiovese del Podere Vecciano, caffè equo e messicano. Sono gradite torte e ciambelle.

Spargete la voce e prenotate rispondendo a questa mail o chiamando allo 054125830 entro sabato a pranzo.

Marcello



--
giovanni grandi


mercoledì 23 febbraio 2011

Uova freschissime della gallina romagnola

ciao,
se potete fare girere tra i vostri contatti questa comunicazione ....
 
L'azienda agricola biologica Podere Roccolo, ha disponibilità di uova fresche, non certificate bio, delle galline romagnole,
la nostra produzione è aumentata per due motivi:
- in questo periodo le galline hanno ripreso a produrre un maggiore quantitativo di uova dopo la pausa invernale 
- un collega dell'associazione ARVAR - Associazione Razze e Varietà Autoctone Romagnole che si occupa di riportare e mantenere in Romagna il classico "Pollo Romagnolo" di cui anche il Roccolo fa parte, ci ha chiesto di aiutarlo a vendere le uova delle sue galline che eccedono il suo fabbisogno familiare
 
Le galline sono nutrite con
- gli organismi del terreno raccolti nel razolare a terra e nei campi
- granaglie
- pastone di verdure trito di mais
 
Le uova della gallina romagnola sono ottime e si caratterizzano per
- dimensione media
- sapore
- colore bianco intenso
- hanno il tuorlo che ha dimensioni pari all'albume
 
Le nostre uova sono certificate contro la salmonella e vengono controllate settimanalmente.
 
Non vengono considerate dalla grande distribuzione perchè sono uova "sincere" col passare del tempo tendono ad imbrunire il loro guscio e svelano al pubblico la loro "età" :-))
Le galline vivono libere in uno spazio idoneo a loro disposizione e hanno nel terreno dove sono collocate piante sulle quali posarsi, è tipica della gallina romagnola l'abitudine al volo e il riposo sui rami
 
Le venderemmo sfuse senza alcuna confezione, a 40 centesimi possiamo arrivare a distribuire massimo 100 uova alla settimana
 
Sabato mattina se decidiamo un punto di consegna le posso distribuire, gli ordini li posso raccogliere sino a venerdì mattina.
 
facciamo una sperimentazione?
 
ciao
 
grazie
--
giovanni grandi





--
giovanni grandi


mercoledì 16 febbraio 2011

Re: visita ispettiva CCPB

Hai capito bene, posso vendere con certificazione e marchio solo se raccolgo e registro la quantità raccolta e all'atto della vendita peso, registro il peso, confeziono, etichetto e vendo. poi terminata la vendita registro la quantità venduta e l'invenduto ..... sembra semplice ma non lo è in ogni caso è un appesantimento notevole ...
Fanno tutti così come indichi te ma non è formalmente corretto per fare in quel modo dovresti avere almeno un prodotto confezionato ed etichettato (questa potrebbe essere la via d'uscita), mi riservo un ulteriore approfondimento della disciplina ...
 
cosa succede in campo
 
le lumache (limacce) ci hanno mangiato quasi interamnte i germogli di pisello che  presenti in campo e stanno aggredendo le piantine di fava; corresponsabili gli uccelli la prima semina di piselli 5 Kg di seme sono andati perduti, un battesimo amaro, abbiamo però iniziato la difesa delle colture:
per gli uccelli
- abbiamo messo del nastro sui filari, nasto colorato e luccicante pare ci si stia preparando al carnevale, l'ideale sarebbero dei pallonni colorati da appendere con l'occhio del rapace ma non essendo per tanto tempo in campo non ci li possimao permettere perchè li ruberebbero a brevissimo, potrebbero essere utili degli spaventa passeri, se avete dei manichini fate sapere
lumache
- abbiamo fatto delle raccolte di lumache all'imbrunire non è ancora semplice essere sistematici, la cosa dicono funzioni per controllare il fenomento, ma non ci siamo riusciti occorre maggiore impegno. Un anziano ci ha consigliato di cospargere dello zucchero sulle colture, non abbiamo visto effetti, in teoria le lumache sazie dello zucchero si sarebbero limitate nel divorare le piantine, abbiamo notato alcune lumache atrofizzate ma anche altri esemplari molto in forma, chissa (nessun testo parla di questa tecnica); abbiamo cosprso la cenere di legna che dovrebbe impastare le lumache e limitarne la mobilità contemporaneamente abbiamo interrato dei bicchieri di plastica contenete della buona birra, le lumache golose entrano nel bicchiere e annegano, ne abbiamo catturate diverse con questo metodo dobbiamo dire che funziona; Non abbiamo ancora fatto trattamenti avremmo due soluzioni, nematodi infettanti (costosissimi) oppure ferramol (è una difesa presente nei terreni) entrambi autorizzati per il bio, non li utilizziamo al momento per due motivi
- costano 
- alterano la bio diversità anche se ad impatto minimo, in questa fase di partenza forse il ferramol con la prossima semina di piselli sarà necessario per non perdere anche quelli, vedremo
 
Quale strategia per il futuro e nel lungo periodo 
 
- aumentare la biodiverstà mammiferi utili, stagno per rospi, ricci e volpi (mangiano le lumache)  
- abbiamo comperato una coppia di antre dette camminatrici di medio piccola statura stanno nidiando a pian del pigro attendiamo che nascano gli anatroccoli e li trasferiremo al roccolo; l'idea è di creare una legione di natre per ripulire i terreni dalle limacce a partire dai fossi, oltre alle camminatrici abbiamo acquistato un maschi di anarìtra romagnola e aspettiamo anche in questo caso la riproduzione le femmine le avevamo già
- vogliamo creare un pollaio mobile (cerchiamo un ingegnere che lo progetti) da fare spostare sui terreni per la concimazione degli stessi e la lotta alle lumache infestanti, le avicole mangino lumache ma le anatre sono ghiottissime ..
 
Nel frattempo stiamo costruendo artigianalmente due tunnel da 50 metri uno per le fraglo del Pigro e l'altro per i pomodoro bio del roccolo, per i due spendiamo 2500 euro circa di pali inncenti e nilon per le coperture, il costo di mercato sarebbe di circa 8.000 euro l'uno per stare stretti, il lavoro è tando: i tubi vencono tagliati saldati imbullonati ecc.
per montarli abbiamo lavorato una giornata intera in 7 persone che gratuitamente ci hanno aiutato i tagli fori e le saldature richiedono un mese circa di lavoro semi continuativo
 
Il periodo non è dei migliori, poca verdura da vendere, abbiamo detto dei no a vendite estemporanee, per non riamanere senza articoli per i prossimi mercanti rischiando così di perdere clienti ...
niente verdure niente incassi, zero liquidità e un fido che partirà tra qualche giorno ma che non vorremmo toccare immediatamente percheè rimarremmo scoperti per troppo tempo prima di inziare a coprire  ...  se avete idee o disponibilità per prestiti li valuteremmo assieme, fatemi sapere ... grazie
 
Abbiamo ampliato il pollaio di Andrea aumentando gli spazi per le galline, il nuovo pollaio ci permetterà di suddividere meglio le galline (20 per un gallo) e produrre un certo quantitativo di uova fecondate da incubare al Pigro per nuove galline di razza romagola (autoctona) da portare al Roccolo e avviare una produzione di uova biologiche e pollaio mobile di cui parlavo prima, le uova vanno molto, vista anche la diossina che gira in Italia, Germanie , ecc. Quelle romagnole sono ottime, al momento tutte quelle che abbiamo le vendiamo la prima ora che arrivano al mercato, parlo di una trentina ogni tre giorni circa
 
 
è molto, è bello, è tutto, per oggi basta! fatemi sapere se vi interessa e cosa eventualmente vi potrebbe interessare.
 
salti
gg
 
 
 
Il giorno 15 febbraio 2011 23:21, Samuele Sansoni <sansoniugo@gmail.com> ha scritto:
Ciao Giovanni e ciao a tutti
 
Mi sembra che la questione più controversa sia quella di non poter vendere a marchio bio perchè non si ha la certificazione su tutta la filiera ma solo sulla produzione (ho capito bene?).
Che perversione!
 
Non so, forse un escamotage può essere quello di mettere un bel cartello -prodotti da agricoltura biologica-, con tanto di logo e certificazioni; senza che il logo appaia su ogni singola cassetta esposta o confezione venduta. Forse fa così quella produttrice di Santarcangelo che vende Bio li al farmer market il venerdì a rimini, prova a confrontari con lei.
 
Forza e coraggio!
s.s.

Il giorno 10 febbraio 2011 08:12, giovanni grandi <giograndi@gmail.com> ha scritto:

ieri sera 9 febbraio 2011, è arrivata la prima visita ispettiva in vista della certificazione bio da parte dell'ente Certificatore CCPB. L'ispezione è stata preannunciata qualche ora prima e si è concretizzata verso le 17 del pomeriggio. L'ispettore ha fatto un giro nel podere e poi si è soffermato sulla documentazione, ha verificato la coerenza dell'istanza per il biologico e la realtà aziendale.
Ci ha spiegato alcune cose sulla tenuta dei registri, correggendo alcune castronate che avevo scritto, ha corretto il Piano del 2010, ci ha dato indicazioni sulle eventuali modalità di vendita.
Impressioni:
- come tutte le procedure e discipline c'è più attenzione alla forma che alla sostanza l'unica cosa positiva è la tracciabilità del prodotto 
- sulla vendita non è ancora chiaro come possiamo proporci al pubblico perchè la via più semplice è la declassazione dei prodotti a convenzionale (l'azienda è certificata bio però in fase di vendita i prodotti non hanno il marchio per non dovere regolamentare tutta la filiera a bio) per non avere il carico disciplinare che si assume la coop per capirci (etichette, confezioni, tenuta dei pesi di ogni articolo, registrazioni infinite, ecc.), capite che dopo sforzi notevoli declassare non è piacevole ma è un problemo che dovremo risolvere nel giro di due anni tempo necessario per otterere il riconoscimento;
- abbiamo chiesto l'anticipazione di un anno alla certificazione bio per un ettaro che attualmente è coltivato a medica ed è dimostrabile che non sia stato trattatato, le possibilità di ottenere sul quel terreno un anno di tempo in meno sono scarsissime secondo l'ispettore;
- ha prodotto una relazione tecnica dove risulta che siamo idoneiin non sappiamo se essere contenti
 
ciao
gg
 

--
giovanni grandi






--
giovanni grandi


giovedì 10 febbraio 2011

visita ispettiva CCPB

ieri sera 9 febbraio 2011, è arrivata la prima visita ispettiva in vista della certificazione bio da parte dell'ente Certificatore CCPB. L'ispezione è stata preannunciata qualche ora prima e si è concretizzata verso le 17 del pomeriggio. L'ispettore ha fatto un giro nel podere e poi si è soffermato sulla documentazione, ha verificato la coerenza dell'istanza per il biologico e la realtà aziendale.
Ci ha spiegato alcune cose sulla tenuta dei registri, correggendo alcune castronate che avevo scritto, ha corretto il Piano del 2010, ci ha dato indicazioni sulle eventuali modalità di vendita.
Impressioni:
- come tutte le procedure e discipline c'è più attenzione alla forma che alla sostanza l'unica cosa positiva è la tracciabilità del prodotto 
- sulla vendita non è ancora chiaro come possiamo proporci al pubblico perchè la via più semplice è la declassazione dei prodotti a convenzionale (l'azienda è certificata bio però in fase di vendita i prodotti non hanno il marchio per non dovere regolamentare tutta la filiera a bio) per non avere il carico disciplinare che si assume la coop per capirci (etichette, confezioni, tenuta dei pesi di ogni articolo, registrazioni infinite, ecc.), capite che dopo sforzi notevoli declassare non è piacevole ma è un problemo che dovremo risolvere nel giro di due anni tempo necessario per otterere il riconoscimento;
- abbiamo chiesto l'anticipazione di un anno alla certificazione bio per un ettaro che attualmente è coltivato a medica ed è dimostrabile che non sia stato trattatato, le possibilità di ottenere sul quel terreno un anno di tempo in meno sono scarsissime secondo l'ispettore;
- ha prodotto una relazione tecnica dove risulta che siamo idoneiin non sappiamo se essere contenti
 
ciao
gg
 

--
giovanni grandi





--
giovanni grandi


la cosa

come concordato,
vi invio quello che la referente della COSA di Pisa mi ha comunicato telefonicamente sulla loro esperienza di gruppo di suporto alla produzione di cibo locale ......
 
 
C.O.S.A. di Pisa

 

I gas in toscana non hanno una forma associativa sono per scelta rimasti gruppi di famiglie fino ad un massimo di 50 per ciascun GAS

La decisione è stata maturata a livello di distretto di economia solidale per evitare condizionamenti e compromissioni con il sistema partitico locale

 

L'esperienza della cosa è un passo avanti perché aiuta a recuperare il rapporto e il coinvolgimento nella fase della produzione e non ci si limita all'acquisto del prodotto

 

Parliamo di 4 aziende di cui tre forniscono esclusivamente i GAS che sono sostenute attraverso le comunità

 

Nell'ipotesi di un gruppo la scelta è quella di partecipare alla fase di programmazione colturale per poi acquistare tre mesi in anticipo quote di raccolto secondo le seguenti modalità:

 

-         si opera con buste o cassette a seconda del tipo di confezionamento

-         i cittadini hanno scelto i prodotti a monte in fase di programmazione quindi non condizionano il contadino nella fase di imbusta mento, prendono ciò che è presente in campo

-         si calcola un prezzo medio dei prodotti che per COSA è di 2 euro

-         il costo base di una fornitura di 3 - 3,5 kg circa è di 7 euro questi sono un vincolo

-         si possono chiedere forniture da 7 – 14 – 21 euro ovviamente si avranno quantità proporzionate al prezzo medio del prodotto parametrato sul prezzo reale di mercato

-         la famiglia anticipa a seconda di ciò che chiede tre mensilità x 1 o 2 o 3 forniture settimanali per 12 settimane

-         i pesi delle verdure variano da estate all'inverno a seconda dei prodotti si sta in ogni caso sui sette euro o multipli di 7 fino ad un max generalmente di 21 euro di spesa

-         sono esclusi gli asparagi (Mazzi ) e le patate sacchi da 10 kg)

-         se il contadino e le famiglie condividono micro progetti le realizzano assieme investimento anticipato in cambio di verdure fresche

-         ad esempio hanno comperato ultimamente una piantatrice pacciamatrice, possono anche utilizzare se occorre un rincaro del prezzo medio nel corso per finanziare progetti extra

-         a fronte di una scarsa produzione di pomodori da industria hanno partecipato alla raccolta, hanno fatto la passata assieme e ogni famiglia ne ha comperata per 2 euro al kg della passata che lei stessa ha prodotto

-         le famigli si ritrovano una volta all'anno per festeggiare raccolti e vengono convocate tramite e-mail dal contadino

-         le informazioni sull'andamento della produzione sono costanti

-         l'azienda può essere concessa per scopi che non attengono specificatamente alla produzione

-         50 famiglie muovono con il minimo dei 7 euro settimanali circa 17 mila euro all'anno

-         una volta a settimana il contadino va in un luogo scarica gli ordini degli iscritti e la distribuzione viene curata da GAS

-         si lavoro con un foglio in excel e si spuntano i ritiri

-         in questo modo sono andati in soccorso di aziende in difficoltà

-         le aziende che vendono solo ai gas sono uscite dalla certificazione del biologico

 

CALCOLO DEL PREZZO MEDIO

 

Prezzi delle verdure + care 4-5 varietà

Prezzi delle verdure a prezzo medio 3 – 4 varietà

Prezzi verdure a prezzo basso 4 varietà

 

Piante, acqua, ore di lavoro, concimazione, gasolio, ecc.

 

Si ragiona su un prezzo medio che varia da azienda ad azienda a seconda delle condizioni nella quale è inserita ……

 

 

Aprile Maggio Giugno /luglio agosto settembre e via di seguito ----

 

Le persone coinvolte capiscono gli sforzi dell'agricoltore e non si lamentano in cambio hanno un prodotto sicuro, di qualità e recuperano il rapporto con la terra ….

 





--
giovanni grandi



--
giovanni grandi